Il punto chiave del progetto è la chiarezza e già solo per questo la faccenda si presenta bene. Se poi la chiarezza è per far conoscere ad ognuno i suoi diritti, allora diventa veramente una bella notizia. Una bella notizia tra la miriade di notizie che parlano di indifferenza, violenza, intolleranza è come una boccata d’aria di montagna dopo un anno intrappolati in città. È come quando su una porta vedi appeso un fiocco rosa o celeste e capisci che la cicogna continua a fare il suo mestiere e non è andata in pensione né si è estinta. E allora pensi che si può tirare un sospiro di sollievo e uno di speranza. Questa buona notizia, che dalla cicogna prende il nome, ha proprio a che fare con la gravidanza, i bambini, l’attesa e tutto il resto. Ma procediamo con ordine. Il diritto alla procreazione ce l’hanno tutte le donne e la gravidanza è una condizione fisiologica (e non una patologia) che deve essere tutelata dal punto di vista giuridico come da quello sanitario. Con la gravidanza devono essere tutelati anche tutti i diritti inviolabili riconosciuti dalla Costituzione Italiana e dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Ma ci sono sempre le eccezioni e ci sono sempre i però. Quindi se una donna è incinta forse è meglio che trovo il modo di licenziarla e, se è straniera, lasciamo proprio stare. Invece no. C’è chi ha creduto nell’importanza dei diritti e ne ha fatto un uso sapiente, dando alla luce il “Progetto Cicogna” realizzato dalla Questura di Milano, dalle ASL delle Province di Milano e Monza Brianza, sotto il coordinamento della Direzione Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale della Regione Lombardia. È un progetto per la tutela dei diritti delle donne e per garantire loro una modalità semplificata e veloce di rilascio del permesso di soggiorno per cure mediche che ha aperto i battenti il 18 luglio 2011.
Ecco come funziona. Il progetto è online e consultabile all’indirizzo www.progettocicogna.it, dove, oltre ad una parte informativa multilingue, è prevista un’area riservata a cui accederà esclusivamente il personale sanitario che certifica lo stato di gravidanza della donna straniera senza permesso di soggiorno. Tramite i consultori familiari delle Asl di Milano e Monza e Brianza sarà possibile chiedere e ottenere un appuntamento che consentirà di essere ricevuti presso gli uffici della Questura di Milano per il tempo necessario al rilascio del titolo di soggiorno valido solo sul territorio nazionale e che avrà una durata di 6 mesi dalla data del parto. Con il permesso temporaneo di soggiorno la futura mamma potrà richiedere la tessera sanitaria e avere così diritto ad accedere gratuitamente alle cure e agli esami medici previsti dalla normativa secondo il periodo di gravidanza.
Le informazioni sul sito del Progetto Cicogna sono disponibili in inglese, francese, spagnolo, arabo e cinese.
Basta saperlo che non si è sole. Poi quando non si è sole è più facile.