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16 settembre 2013
Progetto “Rosarno… e poi?”: oltre 3 mila migranti informati dalla campagna, 40 presi in carico dalle associazioni.
Un primo bilancio dell’iniziativa promossa a Caserta e Salerno dal Consiglio italiano per i rifugiati contro lo sfruttamento lavorativo.

Sono 400 mila le persone che vivono in condizioni di sfruttamento nel settore agricolo e 150 mila in quello edile; la situazione è particolarmente critica al Sud dove il lavoro nero incide per 90% sull’economia complessiva. In Campania vive e lavora un popolo di invisibili, migranti irregolarmente presenti sul territorio che potrebbero ottenere, secondo la legge, il riconoscimento di una forma di protezione. È quanto emerge dalle ultime stime della Flai-Cgil presentate venerdì scorso all’Università Federico II di Napoli, in cui è stato illustrato il progetto “Rosarno…e poi?”.
Il progetto, sostenuto dalla Fondazione con il Sud con 380 mila euro e dal Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) per altri 100 mila euro, ha una durata di due anni e intende informare i migranti che vivono sotto il ricatto dei loro aguzzini sul territorio di Caserta e Salerno, allo scopo di farli uscire dal loro status di invisibilità giuridica. Per farlo, l’iniziativa, partita ad aprile del 2013, sta mettendo in campo una serie di azioni, a partire dalla diffusione di materiale informativo nei luoghi più frequentati dai migranti vittime del caporalato, come le rotonde del casertano, i ritrovi dove si incontrano abitualmente, gli stessi autobus di linea, dove saranno attaccati pendoli grazie alla collaborazione dell’azienda di trasporti Sita. Accanto alla campagna di sensibilizzazione, si prevedono attività di orientamento e protezione sociale, tutela legale, mediazione culturale, misure di accoglienza e di integrazione per i casi più vulnerabili. Due sportelli sono già attivi: uno a Caserta gestito dal Comitato centro sociale; l’altro curato dall’associazione Futura presso la sede della provincia di Salerno.
Si stima, fanno sapere dal Consiglio italiano per i rifugiati, che siano 3 mila i destinatari della campagna informativa; mentre 40 sono i migranti che saranno presi in carico nei due anni di svolgimento del progetto. “Si tratta di persone – spiega la responsabile del Cir, Maria Giovanna Fidone – che molto spesso non sono consapevoli della loro condizione di schiavi, sono sotto ricatto delle organizzazioni criminali, quando non sono anche vittime di violenza e tratta”. Dalle testimonianze emerse nel corso dell’incontro napoletano si denunciano casi limite: migranti che vengono cacciati via o addirittura feriti dopo settimane intere di lavoro nei campi senza essere mai pagati; denunce ai carabinieri da parte delle vittime di caporali senza scrupoli a cui i datori di lavoro rispondono denunciandoli, a loro volta, di estorsione.
(Red.)



 
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