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18 settembre 2013
Immigrati irregolari e lavoro di cura: indagine sul “welfare invisibile”.
Il sociologo Maurizio Ambrosini, nel volume “Immigrazione irregolare e welfare invisibile” (Il Mulino), analizza il fenomeno in costante crescita.

Si stima un massimo di 3,8 milioni di immigrati irregolari in Europa e, nonostante le politiche di chiusura, sono un fenomeno destinato a crescere. Negli Stati Uniti, dove arrivano a 12 milioni, la crescita sembra ancor più consistente.
Parte da questi dati è frutto dell’analisi del sociologo ed esperto di politiche delle migrazioni Maurizio Ambrosini in Immigrazione irregolare e welfare invisibile, edizioni Il Mulino.
Benché ostacolata da politiche di contrasto sempre più decise – si legge tra le righe – l’immigrazione irregolare ha continuato a riprodursi e continuamente ha richiesto misure di regolarizzazione. Ad alimentarla prima di tutto sono le famiglie, specialmente quelle impegnate nell’assistenza agli anziani. Dagli ultimi dati (2011) nel nostro Paese lavorano nella cura degli anziani più di 750 mila immigrati, la categoria più numerosa di tutti gli immigrati. L’autore si concentra in particolar modo sul rapporto tra funzionamento dei regimi di cura, famiglie e immigrazione, con un’attenzione all’immigrazione femminile e irregolare coinvolta nell’assistenza a domicilio degli anziani. Fornisce, inoltre, una panoramica internazionale della questione, mostrando come il regime di cura prevalente nell’Europa meridionale sia sempre meno un’eccezione regionale: anche in altri sistemi di welfare si sta delineando un sovraccarico del rapporto tra famiglie, sistemi pubblici di fornitura dei servizi alle persone e accresciuta domanda a cui rispondere, derivante soprattutto dall’invecchiamento della popolazione.
È qui che il sociologo introduce il concetto di “welfare invisibile” e quello di “stratificazione delle opportunità di accadimento”. Con il primo, si intende lo sviluppo di una fornitura di servizi di cura gestiti direttamente dalle famiglie e basati sul lavoro di persone immigrate: in grande maggioranza donne, spesso in condizione irregolare, frequentemente coabitanti con i datori di lavoro. Con “stratificazione delle opportunità di accadimento” si intende invece indicare che le famiglie tendono a differenziarsi su scala internazionale nella capacità di far fronte ai propri impegni di cura: alcune riescono a rispondervi attingendo formalmente o informalmente alla risorsa del lavoro fornito da persone immigrate, altre devono cavarsela senza aiuti esterni; altre ancora, nei Paesi fornitori, devono invece ingegnarsi per supplire alla partenza delle donne che emigrano come “care workers”.
Per molte di esse, la condizione giuridica irregolare, finché non si risolve, comporta l’aggravio di non poter tornare in patria a rivedere i propri familiari e soprattutto i propri figli. Nel testo infatti, non mancano gli approfondimenti delle problematiche legate ai ricongiungimenti familiari e della loro complessa gestione da parte delle lavoratrici straniere; così come non mancano le critiche alle debolezze e alle fragilità dei piani politici che riguardano il fenomeno dell’immigrazione.
(Red.)



 
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