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20 settembre 2013
Referendum radicali: ancora pochi giorni per raccogliere le firme.
Tra i 12 referendum anche le proposte di abolire il reato di clandestinità, il contratto di soggiorno e l’accordo di integrazione.

Solo se entro il 30 settembre saranno raccolte 500mile da depositare in Cassazione sarà possibile andare al voto referendario sulle 12 proposte dei Radicali.
I quesiti:
- Abolizione finanziamento pubblico partiti - Per abolire il finanziamento pubblico dei partiti e la truffa dei rimborsi elettorali;
- 8xmille - Per lasciare allo Stato le quote di chi non esprime una scelta;
- Custodia cautelare - Per limitare il carcere preventivo, cioè prima della sentenza di condanna, ai soli reati gravi;
- Divorzio breve - Per eliminare l’inutile obbligo di tre anni di separazione prima di poter chiedere il divorzio;
- Droghe: niente carcere per fatti di lieve entità - Per eliminare quelle norme che riempiono inutilmente le carceri e paralizzano la giustizia;
- Ergastolo - Per abolire il carcere a vita ed ottenere una pena detentiva che abbia la finalità di rieducare il condannato;
- Lavoro e immigrazione - Per abrogare quelle norme discriminatorie che ostacolano il lavoro e il soggiorno regolare degli stranieri;
- Magistrati fuori ruolo - Per far rientrare nei Tribunali le centinaia di magistrati attualmente dislocati ai vertici della pubblica amministrazione per smaltire l’enorme debito giudiziario;
- Responsabilità civile dei magistrati - Perché i cittadini possano ottenere dal magistrato, e in tempi rapidi, il giusto risarcimento dei danni a seguito di irregolarità e ingiustizie da loro subite;
- Separazione delle carriere dei magistrati - Per ottenere la garanzia di essere giudicati da un giudice terzo obiettivo ed imparziale che abbia una carriera diversa da quella del Pubblico ministero che accusa.
I due referendum sul testo unico immigrazione. Il primo quesito che abroga l’articolo 10 bis, del T.U. sull’immigrazione, cancella la norma che introduce un reato aberrante che criminalizza una condizione anziché una condotta. Il secondo quesito abroga quelle norme che costringono centinaia di migliaia di migranti al ricatto continuo dei datori di lavoro (creando l’effetto “concorrenza sleale” con i lavoratori italiani) oppure che li obbliga al lavoro nero o al servizio della microcriminalità. Il referendum infatti prevede l’abrogazione degli articoli 4 bis e 5 bis del testo unico immigrazione, entrambi incidenti sul permesso di soggiorno perché legano indissolubilmente la possibilità di restare nel nostro Paese – anche di cittadini da anni in Italia – alla stipula di un contratto di lavoro. Si tratta in sostanza di eliminare le due norme più restrittive che hanno caratterizzato il pacchetto sicurezza del 2009 fortemente voluto da Maroni e la legge Bossi-Fini del 2002, per ritornare almeno ad un regime simile a quello introdotto dalla legge Turco-Napolitano del 1998.
Secondo il Dossier Caritas 2012, nell’ultimo anno i permessi di soggiorno non rinnovati sono stati 263mila superando il numero dei permessi rilasciati. La maggioranza di queste persone non avrà rinunciato alla speranza che li ha fatti partire, ma sarà rimasta in Italia, alimentando l’area dell’irregolarità e le perdite anche economiche del mancato introito fiscale. È la Fondazione ISMU a stimare che ogni immigrato regolare versa in media quasi seimila euro l’anno tra tasse e contributi. La regolarizzazione di almeno 500 mila lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno già attivi in Italia porterebbe nelle casse dello Stato tre miliardi di euro ogni anno di sole tasse.
Entro oggi è possibile firmare presso i Comuni e fino al 30 presso i tavoli radicali.
(Red.)



 
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