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20 settembre 2013
Povertà: nel piano degli aiuti il Governo pensa anche agli immigrati.
Il Sostegno per l’inclusione attiva prevede contributi economici condizionati a “un periodo minimo di residenza in Italia”.

Il Sostegno per l’inclusione attiva (Sia) è lo strumento che il Governo intende in campo per combattere la povertà in Italia, anche tra gli immigrati. La proposta è stata presentata dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Enrico Giovannini e dalla viceministro Cecilia Guerra. “Non possiamo andare avanti così, la crisi non è come le altre e non sarà l’ultima, dobbiamo attrezzarci” ha spiegato il ministro, premettendo però che “la proposta non è immediatamente operativa, ma la apriremo al dibattito pubblico e parlamentare”.
Essere poveri, però, non basterebbe per accedere al Sia. L’aiuto economico sarebbe infatti subordinato all’impegno, da parte dei beneficiari, a raggiungere “concreti obiettivi di inclusione sociale e lavorativa”. Ad esempio partecipando a corsi di formazione e riqualificazione professionale, o impegnandosi a far frequentare la scuola ai propri figli. Si tratta innanzitutto di consentire e richiedere, ai beneficiari, comportamenti che ci si aspetta da ogni buon cittadino.
Il Sia, che a regime dovrebbe costare allo Stato 7 miliardi l’anno, verrebbe pagato dall’Inps, magari sotto forma di una carta di debito. Tra i beneficiari ci sarebbero anche gli immigrati, colpiti dalla crisi economica allo stesso modo, se non in maniera più grave, degli italiani. “L’accesso alla prestazione a regime – spiega la relazione – andrebbe condizionato a un periodo minimo di residenza in Italia, non superiore a due anni. In una fase transitoria si potrebbe limitare l’accesso a quanto previsto come standard minimo dalle norme e dalla giurisprudenza comunitaria”, quindi sarebbe necessaria la cosiddetta carta di soggiorno.
La proposta è però già stata criticata da Renato Brunetta, capogruppo del Popolo delle Libertà alla Camera dei deputati, che ha dichiarato: “Non siamo contro i diritti. Temiamo invece che queste ulteriori concessioni operino come una calamita, attirando sul territorio nazionale flussi clandestini ancora maggiori”.
Per saperne di più si rimanda alla relazione della task force di esperti presieduta da Cecilia Guerra.
(Red.)



 
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