24 settembre 2013 L’Oim ispeziona i centri di accoglienza della Sicilia: “sovraffollati, ma eccellente il lavoro degli operatori”. Un progetto congiunto tra l’Oim, il Ministero della salute e l’Ausl di Reggio Emilia per valutare i servizi sanitari rivolti ai migranti sbarcati in Sicilia.
I Centri di accoglienza in Sicilia sono sovraffollati, la loro capienza massima è stata raggiunta e superata, ma il lavoro degli operatori è “eccellente”. È il dato che emerge dalla visita in Sicilia di operatori dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) di Roma, di quello di Bruxelles, del Ministero della salute e dell’Ausl di Reggio Emilia.
Questi speciali osservatori hanno trascorso una settimana sull’isola per conoscere le condizioni di accoglienza e salute dei migranti dal momento del loro primo ingresso alle successive fasi dell’inserimento sul territorio ospitante.
La missione ha attraversato le città di Caltanissetta, Mineo/Catania, Siracusa e Pozzallo. Gli interlocutori, i migranti (da Gambia, Senegal, Mali, Pakistan, Nigeria, Siria), le autorità locali, la società civile, le forze di polizia, la Guardia costiera, la Guardia di finanza, gli uffici immigrazione, gli ospedali, le Apps (Aziende provinciali per i servizi sanitari): tutti soggetti che ogni giorno si interfacciano con questo fenomeno, da anni. La valutazione della situazione siciliana non è che il primo step di Equi-Health, progetto triennale – di cui l’Oim è partner – finanziato dalla Commissione europea e dalla Direzione generale Sanco Programma salute 2012. La salute dei migranti, quella degli operatori e quella pubblica sono le 3 componenti guida. Migliorare l’accesso ai servizi sanitari per immigrati e minoranze etniche vulnerabili è l’obiettivo.
L’indagine sarà estesa anche ad altri Stati del sud Europa: Grecia, Spagna, Croazia, Malta e Turchia, cioè i Paesi del Mediterraneo in posizione strategica nelle dinamiche migratorie tra Nord Africa e Vecchio continente. (Red.)
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