24 settembre 2013 I governi d’Europa contro il razzismo: presentata a Palazzo Chigi la Dichiarazione di Roma, “risposta forte” al riemergere delle intolleranze. Il ministro Kyenge: “la diversità è un fattore di arricchimento a sviluppo della nostra civiltà”.
Secondo l’Agenzia Ue per i diritti fondamentali, una persona su quattro appartenente a un gruppo di minoranza è stata vittima di un crimine a sfondo razzista, mentre tra il 57% e il 74% delle aggressioni, incidenti e minacce di cui sono vittime membri di minoranze etniche non viene riferito alle forze dell’ordine. Questo il quadro europeo emerso da un lavoro che ha coinvolto i Governi di 17 Stati, culminato nella Dichiarazione di Roma, presentata ieri a Roma a Palazzo Chigi con il ministro dell’Integrazione e i suoi colleghi.
In Italia, dove gli episodi di razzismo hanno colpito un ministro della Repubblica, Cecilé Kyenge, il quadro sembra più problematico. Brutti episodi solo pochi mesi fa, che sembravano archiviati, ma in Europa l’indignazione prodotta allora ha messo in moto dibattiti, riflessioni e iniziative politiche contro le discriminazioni razziali e per il rispetto di tutte le diversità.
Fu Joelle Milquet, ministra belga per le Pari opportunità, fortemente indignata per quanto accaduto alla Kyenge, a mettere in moto la macchina delle contromosse politiche europee. A partire dal rilancio dei principi fondamentali, che tutti i ministri riunitisi a Palazzo Chigi hanno sentito il bisogno di riaffermare. È stata la stessa Kyenge a presentare alla stampa la Dichiarazione di Roma, come “una risposta forte” al riemergere di intolleranze di vario segno.
E la Dichiarazione parte proprio con un excursus delle pietre miliari normative in fatto di lotta ai razzismi e alle xenofobie, dalla Dichiarazione universale dei diritti umani di 65 anni fa alla Carta europea per i diritti fondamentali del 18 dicembre 2000. Principi troppo spesso disattesi, tanto che vengono riaffermati con forza: “La diversità è un fattore di arricchimento e sviluppo della nostra civiltà”.
La Dichiarazione di Roma si conclude con la richiesta agli stati membri e alla Commissione Europea di “preparare, discutere e approvare la proposta per un Patto 2014-2020 per un’Europa della diversità e della lotta al razzismo”. Deve essere un Patto “tra gli Stati membri e le istituzioni europee, tra le autorità pubbliche e i cittadini, tra cittadini stessi”. (Red.)
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