30 settembre 2013 Emergenza Siria: come stanno rispondendo alla crisi dei rifugiati i vari Paesi Ue? Panoramica sulle posizioni e i provvedimenti presi (e non presi) dai vari Governi europei.
L’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr) l’ha definita “la più grande tragedia del secolo”: con 2 milioni di rifugiati, oltre 4 milioni di sfollati interni e oltre 110.000 morti, la crisi siriana lo è davvero. Il flusso di persone in fuga dal conflitto aumenta di giorno in giorno in maniera esponenziale e i Paesi europei registrano afflussi mai visti prima. L’Italia è tra i Paesi maggiormente colpiti, con oltre 3.000 profughi giunti nel solo mese di agosto. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha annunciato che l’Italia intende spingere per una modifica delle norme europee in materia di asilo per facilitare la riunificazione familiare, così da permettere ai siriani che arrivano in Italia di raggiungere il Nord Europa, meta effettiva delle loro fughe.
Malta si dimostra poco cooperativa, come lo era anche con l’emergenza libica, respingendo i profughi in Italia anche quando vengono intercettati in acque maltesi, in maniera non molto dissimile dalla Grecia, più volte accusata di violare gli standard internazionali e di aver molte volte respinto in mare (anche con la forza) i profughi siriani (e di detenerli in condizioni disumane).
Cipro, al contrario, pur attanagliata dalla crisi, ha annunciato di essere in grado di gestire 10.000 rifugiati al giorno a patto che altrettanti lascino l’isola entro due giorni. Cipro infatti si rende disponibile solo come Paese di transito, alloggiando temporaneamente i rifugiati in scuole e strutture pubbliche. La Bulgaria ha registrato un afflusso record di oltre 4.000 rifugiati solo quest’anno, metà dei quali siriani, e ha già chiesto aiuto all’Ue per gestire un’emergenza che nei prossimi mesi rischia di divenire ingestibile.
Regno Unito, Belgio, Francia, Germania e Svezia, dal canto loro, insistono che non possono ulteriormente agevolare gli ingressi in quanto da soli hanno accolto il 70% delle 330.000 richieste di asilo complessive inoltrate in Ue lo scorso anno e sentono di contribuire più del dovuto. Germania e Svezia, in particolare, hanno già accolto più rifugiati siriani di tutti (rispettivamente 4.500 e 4.700 solo quest’anno) attraverso i programmi di rilocamento dell’Unhcr e provvedimenti quali la residenza permanente concessa a tutti i siriani. L’Unhcr ha fatto appello ai Paesi Ue affinché accolgano 10.000 rifugiati siriani, ma finora hanno risposto solo la Germania (con 5.000), l’Austria e la Finlandia (entrambe con 500 l’una). L’arrivo dei 500 rifugiati in Austria (di cui 250 cristiani) è previsto per quest’oggi. Anche altri Paesi hanno dato disponibilità per un totale di 1.650 posti (di cui 960 per il 2013) e sono Danimarca, Norvegia, Paesi Bassi, Svizzera, Spagna, assieme a Nuova Zelanda, Australia e Canada.
Il Regno Unito ha annunciato che non ha alcun piano di accoglienza per i rifugiati siriani, preferendo offrire loro aiuti umanitari, mentre la Francia non si è proprio pronunciata e mantiene il silenzio. I Paesi Bassi, finora, ne hanno accolti 50.
I tagli effettuati anche in seno all’Ue aggravano la situazione e lo scorso giugno la Commissione europea ha dovuto faticare per stanziare 400 milioni per l’Unhcr.
Nel frattempo, la Germania ha convocato una conferenza sui rifugiati siriani nella quale i Ministri dell’interno dei vari Paesi Ue discuteranno il problema all’inizio del prossimo mese. (Samantha Falciatori)
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