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10 ottobre 2013
Censis: in Italia, gli immigrati i più colpiti dalla crisi.
Nel 2012 per la prima volta i permessi di soggiorno per ricongiungimenti familiari superano quelli per motivi di lavoro.

La crisi economica colpisce anche gli stranieri: tra i migranti cresce il tasso di disoccupazione e per la prima volta nel 2012 i permessi di soggiorno per ricongiungimenti familiari superano quelli per motivi di lavoro. Il dato emerge da un’anticipazione del prossimo rapporto Immigrazione e presenza straniera in Italia, che ogni anno il Censis realizza per l’Ocse in qualità di corrispondente per l’Italia e che viene utilizzato come base di partenza per le riflessioni contenute nell’International Migration Outlook.
Nel rapporto si sottolinea che nel 2012 in Italia i nuovi permessi di soggiorno per cittadini non comunitari sono stati 246.760, con una flessione del 25% rispetto al 2011 e del 58% rispetto al 2010 (ogni anno, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2010, il loro numero è stato costantemente al di sopra dei 500 mila). La contrazione deve essere attribuita in massima parte alla forte diminuzione dei permessi di soggiorno rilasciati per motivi di lavoro. Il loro numero si è ridotto dell’81,4%, passando dagli oltre 359 mila del 2010 ai 119.342 del 2011, e infine a 66.742. La flessione ha riguardato in massima parte i permessi per motivi di lavoro di durata medio-lunga: la contrazione per i permessi di soggiorno validi per più di un anno è superiore alle 166 mila unità e la loro incidenza relativa si riduce dal 55% del 2010 al 46% del 2012.
“Si consolida la tendenza evidenziata nel 2011 – si legge nel volume – il numero di permessi rilasciati per ragioni di ricongiungimento familiare (119.745) supera quello dei permessi concessi per lo svolgimento di un’attività lavorativa”.
Nel 2012 i permessi di soggiorno per ricongiungimenti familiari rappresentano il 48,5% del totale (erano il 43% nel 2011 e il 30% nel 2010), mentre quelli rilasciati per motivi di lavoro sono il 27%. Secondo il rapporto, cresce il tasso di disoccupazione tra i lavoratori nati all’estero, che è salito al 13,8% (il 15,6% per le donne, 1,5 punti percentuali in più rispetto al 2011). In valori assoluti, però, nel 2012 il numero di occupati nati all’estero è cresciuto ancora, seppure a ritmi decisamente più contenuti rispetto al passato: +2,%, sfiorando i 3 milioni. Gli stranieri rappresentano ormai il 13% dell’occupazione nazionale complessiva, con un’incidenza particolarmente elevata nel settore delle costruzioni (21,7%) e in agricoltura (15,9%). Per il 2013 le imprese italiane prevedevano di assumere con contratti non stagionali soltanto 42.960 lavoratori stranieri, il 29% in meno rispetto al 2012 e il 59% in meno rispetto al 2010.
Sono, invece, 399.093 i cittadini nati all’estero che svolgono un’attività imprenditoriale in Italia alla metà del 2013 (+3,6% rispetto all’anno precedente). Si tratta del 12,1% di tutti i titolari d’impresa, quota che raggiunge il 21% nel settore delle costruzioni, il 15,7% nel commercio e il 13,7% nelle attività manifatturiere.
(Red.)



 
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