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10 ottobre 2013
International Migration Outlook: dal 2001 la popolazione dei Paesi Ocse cresciuta del 40% grazie all’immigrazione.
In aumento i ricongiungimenti familiari, dal 2010 in calo le migrazioni per motivi di lavoro.

“Per il periodo 2001-2011 l’immigrazione ha contribuito per il 40% alla crescita totale della popolazione nell’area dell’Ocse”. Lo riferisce il rapporto Ocse International Migration Outlook - Prospettive sulle migrazioni internazionali 2013, curato dall’Onc-Cnel in collaborazione con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, presentato ieri a Roma in una conferenza stampa alla presenza di Cecilia Guerra, vice ministro del lavoro e delle politiche sociali.
“L’immigrazione permanente verso i Paesi dell’Ocse – prosegue il rapporto – ha segnato un aumento del 2% nel 2011, cifre preliminari indicano un aumento dello stesso ordine nel 2012, mentre, la migrazione temporanea per motivi di lavoro ha registrato gli stessi livelli rispetto al 2010, con un pò meno di 2 milioni d’immigrati nei paesi di accoglienza. I Paesi dell’Ocse sono ancora una destinazione ambita dagli studenti del mondo intero. Infatti, nel 2010, i suddetti Paesi, hanno registrato un aumento del 6% degli studenti internazionali rispetto al 2009, superando i 2,6 milioni, il numero di studenti internazionali”.
“India e Cina – ricorda il rapporto – continuano ad essere due importanti Paesi di origine dell’immigrazione verso i paesi dell’Ocse, infatti, la quota di immigrati provenienti dal continente asiatico continua ad aumentare e ha raggiunto nel 2011, il 36%. Tale tasso colloca l’Asia, subito dopo l’Europa, come continente di origine dell’immigrazione. Quest’anno tuttavia Polonia e Romania compaiono tra i primi tre Paesi, dopo la Cina, d’immigrazione, un trend ascrivibile all’aumento della mobilità all’interno dell’Ue. La libertà di circolazione in Europa, infatti, ha registrato una rapida crescita nel 2011, nello specifico un aumento pari al 15%, dopo una diminuzione prossima al 40% durante la crisi (2007-2010)”.
“Nel 2011 - continua il rapporto - i richiedenti asilo nei paesi dell’Ocse, sono aumentati di più di un quinto (+ 20% nel 2011), superando per la prima volta un totale di 400mila richieste dal 2003, questo trend - aggiunge - è confermato dai dati preliminari del 2012 che registrano un aumento del 7%. In cima alla classifica dei Paesi ospitanti si trovano gli Stati Uniti, la Francia, la Germania. Tra i Paesi di accoglienza, l’Italia ha occupato la quarta posizione nel 2011, situazione in gran parte riconducibile alla Primavera araba. Quanto ai dati riguardanti la disoccupazione, “in media nei paesi dell’Ocse, gli immigrati sono stati più colpiti dall’aumento della disoccupazione rispetto ai nativi, registrando un tasso di disoccupazione che aumenta dall’8,1% nel 2008 al 12,9% nel 2012 rispetto a un aumento dal 5,7% all’8,7% per i nativi, sempre nel periodo compreso tra il 2008 e il 2012. La proporzione d’immigrati disoccupati da più di un anno, tra i lavoratori immigrati è aumentata dal 31% al 44% nei Paesi dell’Ocse”. Quanto all’impatto delle migrazioni sulla finanza pubblica, il rapporto riferisce: “è lieve, generalmente non supera lo 0,5% del Pil, sia in termini positivi sia in termini negativi. Tuttavia abitualmente gli immigrati hanno un’incidenza meno positiva sul bilancio pubblico rispetto ai nativi”.
(Red.)



 
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