22 ottobre 2013 Mediterraneo: mappando le rotte migratorie con il progetto i-Map. Il progetto di Frontex e Icmpd permette di mappare e monitorare le rotte dei migranti diretti sulle coste europee.
Il progetto i-Map fa parte di un’iniziativa congiunta dell’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne, Frontex, e il Centro internazionale per lo sviluppo delle politiche sull’immigrazione (Icmpd) e ha lo scopo di elaborare mappe dettagliate sulle rotte migratorie del Mediterraneo.
Secondo varie associazioni, tra cui Fortezza Europa, negli ultimi vent’anni sono morti nel Mediterraneo quasi 20.000 migranti, in incidenti verificatisi in tutto il bacino mediterraneo, dalla Spagna alla Turchia. La Libia è diventata il principale punto di partenza, con i trafficanti che approfittano delle debolezze del Governo libico, ma nel corso degli anni i flussi e le rotte non sono stati omogenei. Frontex riporta che dal 2008 al 2012 la rotta principale era quella del Mediterraneo orientale e il maggior flusso migratorio si è registrato tra Turchia e Grecia. Per fronteggiare il problema, il Governo di Atene ha avviato una politica di tolleranza zero, aumentando considerevolmente il numero di forze di polizia alle frontiere. Tuttavia, Frontex ritiene che l’area sia ancora problematica e che ci siano forti incertezze sulla capacità greca di gestire adeguatamente il problema. Secondo i dati dell’Unhcr, 25.000 persone sono fuggite in Italia dal Nord Africa nel 2005, cifre poi calate a 9.573 nel 2009 e poi di nuovo risalite vertiginosamente a 61.000 nel 2011, a causa della rivoluzione in Libia.
Nei primi anni dell’ultimo decennio, però, le rotte più battute erano quelle dall’Africa occidentale, comprese le isole Canarie, alla Spagna, con circa 32.000 arrivi irregolari nel 2006, cifre poi crollate a 5.443 nel 2011.
Per visualizzare la mappa delle rotte migratorie nel Mediterraneo e il grafico sulle migrazioni dal 2000 al 2011, clicca qui. (Samantha Falciatori)
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